Extra issue 10, “Regalia Signa”

I Bizantini inaugurano una nuova estetica atta a rappresentare colui che riveste la carica di imperatore come un essere soprannaturale in relazione con l’eterno: una vera e propria sfida per gli artisti del tempo che, con i mezzi iconografici in voga, si accingevano a reinterpretare la differenza tra umano e divino, tentando di sostituire le immagini pagane e religiose dello stato romano con quelle cristiane.
L’immagine imperiale viene poi rivestita di una moltitudine di regalia signa, che assolvono al duplice compito di indicare il basileus come vittorioso e di presentare la potestà regia come sacra e derivante da Cristo.

Crisostomo li elenca: la corona, la clamide, il trono, la spilla, i sandali e la tunica; ad essi si aggiungono nuove insegne, legate al cristianesimo ma derivanti appieno dalla tradizione romana: il loros (benda di Cristo e residuo della trabea triumphalis), l’akakia (memento mori e pegno di resurrezione) ed infine lo scettro crucigero che il Cristo brandisce contro la morte.
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