Issue 13, “La città mediorientale in trasformazione: Antiochia dal tardo antico alla conquista araba”

di Luigi Lauri

Il 21 marzo del 630 l’imperatore Eraclio faceva il suo trionfale ingresso nella città santa di Gerusalemme. Egli recava con sé il frammento della vera croce, la più venerata fra le reliquie di tutta la cristianità, caduta nelle mani dei Persiani dopo il sacco del 614. Ormai, la minaccia sassanide, che aveva messo in ginocchio l’impero, giungendo quasi a comprometterne l’esistenza, non era nient’altro che un ricordo. Il 28 febbraio del 628, il re dei re Ḵosrow II, colui che aveva dato avvio ad una guerra più che ventennale, era stato detronizzato, processato sommariamente e giustiziato da una congiura di nobili e da allora il trono di Persia non aveva trovato pace, facendo sprofondare il paese nell’instabilità. Le province orientali, andate perdute sin dalle prime fasi dello scontro, erano di nuovo sotto l’autorità romana, riconsegnate dal generale Šahrwarāz in cambio dell’appoggio politico e militare al suo tentativo di colpo di stato, e, probabilmente, sarebbero occorsi molti anni prima che un serio pericolo si profilasse di nuovo per queste da parte di Ctesifonte. (continua a leggere nel file PDF)

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