Extra issue 3, “Il sacco di Costantinopoli e il bottino veneziano”

La quarta crociata, come dice Roberto di Clari, “con il suo ambiguo procedere e con la sua conclusione a Costantinopoli, sembra quasi chiarire quale scopo e dove esattamente volessero andare i cavalieri europei sin dalla prima epica spedizione in Terra Santa. Con ogni probabilità la metà ambita era davvero sempre stata Bisanzio, la cui conquista avrebbe significato per l’Occidente la riconquista di tutto il mondo orientale, e non soltanto sotto l’aspetto religioso.”
Esistevano infatti altri motivi, meno spirituali ed ideali. Primi fra tutti gli interessi economici e commerciali che fin dal secolo XI si muovevano sempre più fortemente verso la parte orientale d’Europa. Le crociate, guerre cristiane contro gli infedeli per la riconquista di Gerusalemme e dei luoghi santi della cristianità, sono per definizione imprese ispirate e organizzate dal papato.

Nell’ 1198 ascendeva al soglio pontificio Innocenzo III (Lotario dei conti di Segni), convinto assertore della teoria delle due spade, ossia dei due poteri, spirituale e anche temporale, concentrati entrambi nelle mani del papa; Cristo aveva, infatti, posto Pietro a capo del re e delle nazioni. Innocenzo III, dunque, volendo in “Spiritualibus et temporalibus paterna sollecitudine providere”, mirò sin dall’inizio a riaffermare la supremazia del papato sulle autorità laiche, e a riunire intorno alla chiesa di Roma tutta la cristianità.

Dott. Callegari Erminio

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